David Davison è professore alla School of the Museum of Fine Arts di Boston e membro anziano della Graduate Faculty dello stesso istituto. Dopo aver frequentato la Heystack Mountain School of Craft di Deer Isle (Maine, Stati Uniti), studia design, scultura e ceramica al Massachusetts College of Art di Boston, laureandosi nel 1964. A questa data risalgono le sue prime importanti mostre personali: al Worcester Craft Center nel 1963 (Massachusetts), alla Trayer Academy di Braintree nel 1978 (Massachusetts), al Mancester Institute of Arts and Science nel 1979 (Mancester). La sua attività espositiva prosegue con successo negli anni Ottanta e Novanta; delle mostre più recenti si ricordano Interface presso la Galleria La Cebo a D'Echange d'Avillar in Francia (2002); Muerta Cartografica presso El Centro de Arte dell'Havana a Cuba (2003), Mapping/Proof all'Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia (2003), Within Site all'Andover Newton Theological School di Newton in Massachusetts (2007). Assidua, inoltre, è la sua presenza in esposizioni collettive internazionali negli Stati Uniti, Svizzera, Nuova Zelanda, Irlanda, Italia, Portogallo, Germania, India. Un impegno significativo per l'artista è rappresentato da workshops, lezioni e seminari tenuti in accademie e in università di indirizzo artistico e nel contesto di eventi espositivi. Le sue opere sono esposte in varie collezioni private e pubbliche, come ad esempio al Cork Potter's Guild a Cork in Irlanda, al Museo Regionale della Ceramica di Deruta, al Fogg Art Museum dell'Università di Cambridge. Nel corso della sua carriera ha ricevuto premi e borse di studio prestigiosi (solo per citarne alcune: Ford Foundation nel 1983; Mellon Foundation nel 1990; Fulbright nel 1992). La ceramica costituisce da sempre la materia in cui si impernia la sua ricerca: attraverso viaggi-studio nei luoghi dove la tradizione ceramica è più radicata, l'artista si è costituito un prezioso bagaglio culturale ed ha saputo assimilare le diverse metodologie di lavorazione per poi rielaborarle secondo uno stile assolutamente personale ed innovativo. È il caso ad esempio della ceramica Raku, tecnica giapponese del XVI secolo di cui Davison è riuscito a stravolgere la tradizionale procedura con interventi di tipo sperimentale, in grado di ampliarne le potenzialità. I suoi pezzi hanno forme severe e ben costruite, ma sono animati da decorazione con segni graffiti, da particolari plastici inconsueti e preziose scelte cromatiche.