Nato nel 1953 a Tezze sul Brenta, si diploma all'Accademia Delle Belle Arti di Venezia. Nel periodo degli studi conosce la "filosofia" della ceramica lavorando nel laboratorio di Alessio Tasca. Intraprende poi l'attività di insegnamento che lo vedrà docente a Venezia, Schio, Cittadella e Nove.
Una consuetudine amichevole lega Stropparo alla forma archetipica del vasaio, la ciotola, il "vrai lieu" per ogni scultore della ceramica; la compatta convessità dell'esterno, diventa all'interno il luogo di apparizioni impreviste e meravigliose dove brulica un mondo di forme dall'impalpabile vita organica, macro e microcosmica, che approda infine alla rivelazione della forma storica. Così in questi oggetti è l'intera evoluzione dell'homo faber a riproporsi, come avviene nella sequenza di opere intitolate Baccanale, che nella serrata dialettica fra frammenti emergenti dall'antico e sussulti della materia, trascorre dalle morbidezze con citazioni barocche di Baccanale alle metamorfosi organiche dell'Informale. Qualcosa di simile avviene anche nell'invenzione delle vaselle in terracotta policroma presenti nel Museo, che configurano un immaginario abituato a misurarsi con estrema libertà con l'eredità delle forme storiche; tuttavia inermi di fronte all'assalto della vita organica che le trasforma, le invade, in parte le corrompe o le assimila ad animali inquietanti e onirici, infine le avvince nel laccio di una canna e le infilza con un ramo.
Attivo nel panorama artistico ed espositivo dal 1972, Stropparo consolida i suoi interessi per i materiali argillosi più grezzi, le tenui colorazioni dei toni naturali delle terre, l'esplorazione dei limiti delle possibilità plastiche e cromatiche delle terre. Le geometrie dei primi lavori si adeguano progressivamente, alla fine degli anni '80, ai pezzi unici: "Le porte", "Le sfere", "Gli altari" affrontano la tematica della scultura in ceramica a tutto tondo, una rivisitazione in "terra" delle emozioni della vita. Questa sorta di preziosismo tecnico e carica allusiva gli vengono riconosciuti con il primo premio al Concorso Internazionale della Ceramica d'Arte di Faenza del 1989.
Fra le esposizioni più importanti: "Superfluo" (2006), "Prooemium" (2007), "Incontro" (2008), "Vibrazioni apocalittiche" (2009), "Derive" (2010), "Geodi" (2011), "Rifiorir di Terre" (2012), "Cosa sentire del giusto cammino?" (2013), "Fiori della vita" (2014).