Andrea Caruso nasce a Roma nel 1965. Sin da giovanissimo inizia a frequentare la comunità del mondo ceramico e intraprende presto diversi viaggi che lo aiutano a sviluppare interesse per altre culture e ambienti artistici. Nel corso della sua attività artistica, la scultura si ritaglia un ruolo da protagonista, con l'argilla quale medium principale, integrata e talvolta sostituita da altri materiali, quali il ferro, la resina e le tecniche miste.
Il rapporto che Caruso intrattiene da anni con la ceramica non può considerarsi di pacificata concordia, quanto di fecondo antagonismo. Il lavoro con le argille, come egli stesso dice, è stato agli inizi infatti dominato dall'ansia di liberarsi della millenaria tradizione legata a questo mezzo espressivo, affrancando il proprio linguaggio non solo del corredo di forme ereditate dalla tradizione, ma anche da quelle derivate dalle più sofisticate e recenti ricerche e sperimentazioni; ne è nata una serie di sculture decisamente personali e nutrite di reminiscenze informali, nelle quali la terracotta rossa o la ceramica danno corpo - un corpo grezzo, slabbrato e per certi aspetti drammatico - a "figure" configurate nello spazio dal tondino di ferro industriale, quasi totem o trofei residuali di un mondo lacerato dai conflitti e dalle guerre al quale alludono altri progetti portati avanti parallelamente dall'artista con altri media. Quella che potrebbe apparire nella sua scultura come un'attitudine "costruttivista" non approda mai alla definizione di un rapporto pacificato col mondo, anzi mette a nudo nel processo creativo una carica così profondamente critica che quasi sembra mettere in discussione la stessa autonomia di questo mezzo espressivo a lui così familiare. Questo potenziale emotivo non si allenta neppure nella modellazione delle sue "vaselle" che, insofferenti a qualsiasi intenzionalità funzionale, si stagliano nello spazio cariche di tensione plastica, con superfici tese (quasi ritagliate come lamine metalliche) e profili acuti: astratte corazze di guerrieri irti di lance che si affrontano nel breve palcoscenico della vetrina.
Dopo aver conseguito il Bachelor of Fine Arts alla Wimbledon School of Arts di Londra, Andrea Caruso espone alla Biennale di Scultura di Gubbio (1994), a San Gimignano (1993), a Roma (1995, 1997), a Spoleto (1997), a Santa Fe, Philadelphia e New York (1998) ed entra a far parte della Elizabeth Foundation for the Arts di Manhattan. Nel 2003 realizza un ciclo di opere sul tema delle mine antiuomo per la Gallery Korea, l'Istituto Culturale Coreano di New York.